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1. |
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2. |
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perché mi guardi in quel modo?
la mia ansia, la mia angoscia, non è semplice follia
c’è un sincero e profondo sentimento d’odio
e di disprezzo, essendo disprezzato
particolare emotività, non è cattiveria innata
come non capire che il sistema è marcio
come non capire che se c’è capitalismo c’è morte
c’è putrefazione e distruzione
e piango la notte, ho pianto
non mi stare a guardare
schizofrenia!
qualcuno la chiama riflessione
salva un bambino non farlo nascere
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3. |
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sentire il dolore nella folla
sentire il sudore che ti cade giù
ma questo non ha prezzo
perché essendo qui riesco a sentirmi vivo
non sono qui per alzare la voce
è l’attitudine quello che conta
ne amore ne dolcezza nel mio cuore
fanno sentire queste note di rabbia
come stare bene?
come sopporto questo?
sentirsi accettato, avere uno scopo
stare in un mondo che non ti rispecchia
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4. |
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io non mi aspetto che tu uomo capitalista capisca dov’è che erri
ma almeno vivi nella tua ignoranza e lasciami crepare in questo tuo mondo
e se mai la mia rabbia si accanirà sulle tue ossa
come i tuoi figli, i tuoi figli sul mercedes
non avrò pena per te, nel privarti di tutte le cose che hai
e che compri coi soldi degli altri
che sfrutti da giorni, da mesi, da anni
da troppo, da quando sei nato
ti senti da solo padrone del mondo
e guardi dall’alto chi non è come te
futili problemi riempiono le tue giornate
giustizia sarà fatta aspetta solo te
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5. |
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restare sveglio
restare vivo
restare sveglio
restare vivo
è questo ciò che voglio
quello per cui combatto
penso che la mente tua
ti faccia presto brutti scherzi
restare sveglio
restare vivo
restare sveglio
restare vivo
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6. |
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appagati da attimi di euforia
anziani che stremati urlano dal balcone
rivolta in casa o poco fuori
da un gregge all’altro non è la soluzione
l’hardcore, non è rivolta
quali parole!
l’hardcore, non è rivolta
solo rumore!
perdona quello che è il mio stupore
la mia errata visione civile
non posso vederti morire nel vomito
cantando, soffrendo, rivoluzione
la rivoluzione non è un concerto
ma lavoro grigio e quotidiano
agire nell’ombra per sovvertire
il rumore è inutile senza l’agire
l’hardcore, non è rivolta
quali parole!
l’hardcore, non è rivolta
solo rumore!
troppo facile ergersi a profeti
senza mai alzare un dito
per distruggere per costruire
l’hardcore da solo non è rivolta
non è rivolta, solo rumore
non è rivolta, hardcore non è rivolta
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7. |
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cipressi immobili all’orrido quotidiano
aspettano ogni attimo come corpi vuoti
continuano a cibarsi di te
ma aspetti qualcuno che riscatti il tuo dolore
corrode nell’animo la tua idea di rabbia
fa che esca, fa che esca
guardi attraverso vetrine buie
è ora di romperle tutte
la vostra libertà è appesa a testa in giù
guardatela vigliacchi che vomita oppressione
mine sepolte da troppo calpestate
è ora che esplodano è ora che lottano
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8. |
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ostinati a lottare per ogni ferito, ogni ammazzato
ogni emarginato. reagire alla repressione
quella quotidiana quella carceraria. reagisci!
sparale in testa esplora quel labirinto logorante che è in te
assalta un portavalori, riappropriati dei tuoi valori
confinati alla normalità, normalità che militarizza
ripudiare la sicurezza per troppo tempo ha legittimato
ripudiare la sicurezza per troppo tempo ha legittimato
nessun perbenismo in un mondo di guerra
nessun perbenismo!
a tutte le vittime del capitale
agli emigrati alle morti bianche
alle vite spezzate da un guerra non loro
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9. |
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scusate se non siamo affogati
grazie di questa democratica accoglienza
sequestro del capitalismo e del suo indotto
grazie dello schiavismo e dei nuovi lager
troppi che ancora si ostinano a vivere
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10. |
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voglio che rimanga qualcosa di me
voglio che rimanga qualcosa di me
non la voglio buttare
spero che servi a qualcosa
lascio tracce indelebili
tralascio la mia essenza
voglio che rimanga qualcosa di me
voglio che rimanga qualcosa di me
In questo mondo colmo
di miliardi di false immagini
voglio che rimanga qualcosa di me
voglio che rimanga qualcosa di me
all’inazione e al silenzio
all’obliare condannati
ma quello che facciamo è nel tempo intarsiato
non può essere dimenticato
in questo vivere impalpabile al tatto
degli anni dei mesi degli istanti incurante
gli sforzi, il soffrire, cosa rimane?
un pianto nella pioggia, il vento che soffia
come vernice fresca
su un muro indelebile
cicatrici immobili sulla pelle
voglio che rimanga qualcosa di me
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11. |
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operai che muoiono per non morire
fabbriche a norma, ma quale norma
è normale, è da sempre, è la vita
lavorare in cambio di veleno
lavora finché caghi da solo
hanno ucciso anche gli ideali più puri
rassegnazione buia e sepolta
dogmatizzando anche il piscio
è normale guardare un futuro che non troverai mai
è normale, pensioni vomitate e poi riassaggiate
è normale
è normale, è da sempre, è la vita
lavorare per un malore
e finire in ospedale
guadagnare per comprarsi la macchina
per andare a lavoro
operai che muoiono per non morire
fabbriche a norma, ma quale norma
è normale, è da sempre, è la vita
lavorare in cambio di veleno
non è normale
poter pensare
di riformare
il capitalismo
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12. |
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13. |
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piantatela di far finta di essere vivi
creare problemi fasulli in una società sbagliata
dove chi pensa è solo
dove insegnano ingenui rapporti sociali
che bel mondo! che bel mondo!
il buio attorno! che bel mondo!
che bel mondo! che bel mondo!
il buio attorno! il buio attorno!
me ne frego delle abitudini
me ne frego di voi
sporco pianeta suicida
massacri chi ti completa
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14. |
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rotelle di orologi
ingranate perfettamente col tempo
che corre frenetico senza ritegno
occultamento di cadaveri
ignari sorridono alla morte
magari attendendo un messia o un duce
che verrà impiccato
bambini che nel cemento non affogano
ma nuotano consapevoli di ciò che fanno
si chiedono perché il papa non nuoti più
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